DOCUMENTI

Napoli, 31.10.1944
Titolo di erede legittimo dell’Impero e del Regno di Bulgaria-Grecia-Serbia di S.A.I. e R. il P.pe Marziano II Lavarello Obrenović.
Testamento
G.U.R.I. 10.02.1948

Casoria (NA), 05.06.1945
Sentenza della Regia Pretura di Casoria n. 102, n. 380/45 R.G., 5 giugno 1945.
Sentenza

Perugia, 27.03.1950
Sentenza del Tribunale Civile di Perugia, I^ Sezione, n. 256/50 R.G., 27 marzo 1950.
Sentenza

Roma, 03.02.1964
Sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 789/64, 4567/63 R.G., 3 febbraio 1964, Sezioni Riunite 7642/63 R.G.
Sentenza

Villach (A), 13.10.1992
Decreto di nomina di Potestà vicarie Gran Magistrali del M.se Luigi Maria Picco di Montenero e Pola.
Decreto

Roma, 25.10.1992
Decreto di Adozione araldica disposto in favore di S.A.I e R. il P.pe Luigi Maria Picco di Montenero e Pola.
Decreto

Roma, 29.10.1992
Nomina di Curatore Testamentario d’Onore per le ultime volontà araldiche di S.A.I. e R. il P.pe Marziano II Lavarello Obrenović.
Decreto

Càceres (E), 29.06.2010
Riconoscimento del Capitolo dell’Ordine della Reale e Imperiale Casa Picco Lavarello Lascaris Comneno Paleologo Obrenović di Costantinopoli - Serbia.
Documento

Abidjan (CI), 12.07.2010
Benedizione inviata da Sua Eminenza Rev.ma Cardinale Bernard Agré, Priore Generale e Cardinale Protettore dell’Ordine, ai Cavalieri e Dame di tutte le categorie e classi.
Benedizione

Massa (MS), 12.05.2012
Sentenza del Tribunale Arbitrale - Organo Permanente della Corte Superiore di Giustizia Arbitrale n. 04/2012 r.g., 12 maggio 2012.
Sentenza
G.U.R.S. 15.03.2013


GIUDICATI


La giurisprudenza italiana presenta alcuni giudicati irrevocabili di grande interesse, avendo più volte dovuto riconoscere gli atti inerenti all’esercizio delle qualità concesse al rango della famiglia, riguardo gli avi e gli attuali rappresentanti, ed anche in tema di contestazioni e dei giudizi civili e penali. Tale situazione di fatto giudizialmente accertata per mezzo di dette sentenze, in sede penale e civile, poggia su diritti inalienabili con tutte le prerogative familiari che ne conseguono.
Le Sentenze della Magistratura Italiana, sotto riportate, basate su documenti genuini di pubblico dominio, sono passate in giudicato e si precisa che si riferiscono all'Ordine Costantiniano Nemagnico e/o alla Casa Nemagnica, alla Casa Lavarello Lascaris e alla Casa Picco Lavarello:

Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, 11 luglio 1871.
La Suprema Corte giudica la posizione dell'Ordine Costantiniano dopo l'Unità d'Italia e afferma l'impossibilità che detto Ordine possa essere abolito. A riprova, viene citato lo Statuto Albertino, che non viene a innovare, o a sopprimere, gli Ordini già operanti in Italia e non facenti capo a Casa Savoia.

Sentenza della Corte d’Appello di Napoli, I^ Sezione, 5 febbraio 1872.
Il Tribunale stabilisce che vanno giudicati su un piano di parità il Costantiniano dei Borbone-Due Sicilie, quello Lascaride, e quello di Serbia (Linea Nemagnica).

Sentenza del Tribunale di Napoli, 22 ottobre 1909.
Il Tribunale conferma che l'Ordine Costantiniano si suddivide in tre branche dinastiche, ciascuna delle quali deve godere dei medesimi privilegi. Altresì, riconosce il P.pe Nicola Capone Nemagna Paleologo quale discendente in linea diretta del despota Simone Nemanja di Serbia (morto nel 1371), fratello dell'Imperatore e Re Stefano Dusciano.

Sentenza del Tribunale Civile e Penale di Avezzano, n. 9, 18 giugno 1914.

Sentenza del Tribunale Civile e Penale di Avezzano, 3 dicembre 1914, presidente Giudice dr. Campanile.
Il Tribunale rileva che fra gli Ordini di collazione di Famiglie Sovrane si annovera il Costantiniano. Aggiunge che il Gran Magistero fu vantato dalle Dinastie Imperiali bizantine nonchè dai Nemanja del Kaponik (it. Capone), Sovrani di Serbia.

Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, 25 aprile 1923.
La Suprema Corte ritiene che gli Ordini Cavallereschi che operavano al momento dell'Unificazione Nazionale debbono continuare ad operare, per la garanzia dell'art. 78 dello Statuto Albertino. Nel particolare, l'Ordine Costantiniano, che è il più antico dal punto di vista cronologico.

Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, 25 luglio 1938.

Sentenza della Regia Pretura di Casoria n. 102, n. 380/45 R.G., 5 giugno 1945, Giudice dr. G. Romano.
La Sentenza definisce l'Ordine Costantiniano il più antico Ordine della Cristianità, che si ricollega alla tradizione delle Guardie imperiali romane e bizantine. Osserva che l'Ordine fu mantenuto nel Regno d'Italia in virtù dell'art.78 dell'ormai abrogato Statuto Albertino. L'Ordine è da definire "internazionale", dovendosi ritenere un' "istituzione di diritto internazionale".

Sentenza della Regia Pretura di Bari, n. 1006, n. 4419/45 R.G., 20 agosto 1945, Giudice dr. F. Fusilli.
Dopo aver delineato una storia dell'Ordine Costantiniano, e ribadito la sua conferma nel Regno d'Italia, la Sentenza conclude, circa la questione del conferimento delle onorificenze, che quelle concesse da tale Ordine "non è soltanto de jure ma perfettamente lecita, in quanto si svolge nell'orbita dei diritti protetto dalla legge stessa".

Sentenza della Pretura di Napoli, 10 marzo 1947.
La Sentenza considera pienamente legittimo il titolo di Commendatore Ereditario dell'Ordine, concesso al C.te Vincenzo Abbate de Castello Orléans senior (5.III.1878), dal Reggente dell'Ordine Costantiniano di Santo Stefano, Pietro Calà Ulloa, Duca di Lauria (già Ministro del Regno delle Due Sicilie), Luogotenente del P.pe Basilio Capone Nemagna Paleologo, momentaneamente assente in quanto impegnato nei lavori del Congresso di Berlino.

Sentenza del Tribunale Civile di Catania n. 76695, 18 luglio 1947, Giudice dr. P. Cappellani.
Il Tribunale esamina il caso del titolo di Duca concesso da S.A.I. e R. il P.pe Marziano II a don Vito Zappalà, e riconosce che detto titolo è stato conferito dal Capo di una Potenza estera nell'esercizio delle sue sovrane prerogative.

Sentenza del Tribunale Civile e Penale di Napoli, IV^ Sezione, 28 maggio 1947, presidente Giudice dr. Solitane.
Favorevole al marchese Raffaele Ribaldi, nato ad Ausonia e residente in Napoli, creato Gran Croce di Giustizia, Conte Palatino e Balì di Castelforte e Ausonia (Decreti Magistrali dell'Ordine del 23.IX.1946 e 24.II.1947). Il Tribunale rileva che il Costantiniano dei Nemagna Paleologo è una branca del Costantiniano originario. Ordina allo stato civile di Ausonia e a quello di Napoli di annotare la predetta nomina nei registri comunali di nascita e residenza.

"Sentenza della Pretura di Roma, VII^ Sezione, n. 23828/48 R.G. 5143, 10 settembre 1948, Giudice dr. G. Laurenti.
La Sentenza individua in S.A.I. e R. il P.pe Marziano II l'ultimo erede al trono romano-bizantino, per il tramite di Costantino il Grande. La Corona attuale conserva la Sovranità. Ancorché spodestata, con tutte le prerogative di Casata reganante, ivi compreso il diritto di concedere titoli nobiliari e gradi cavallereschi. Le predette facoltà restano legate alla persona fisica del Sovrano esiliato e a quelle dei suoi eredi in perpetuo.

Sentenza della Pretura di Vico del Gargano, n. 114, n. 217/49 R.G., 27 giugno 1949, Giudice dr. V. D'Addetta.
La Sentenza, prendendo le mosse dal titolo di Principe di Bellaria, concesso da don Rocco Francesco Lavarello, avo di S.A.I. e R. il P.pe Marziano II (27.VI.1916), ne riconosce il diritto di fons honorum, esaminata la genealogia dei Lavarello Lascaris ed altra documentazione all'uopo prodotta. Dichiara l'Ordine Costantiniano di collazione della Casata patrimonio inalienabile della Corona e ribadisce che il Capo della Dinastia conserva tutte le prerogative dei Reganti. Conclude che don Emanuele Messeni, Principe di Bellaria, può usare pubblicamente questo titolo, in quanto esso è legittimamente concesso, non ostando a ciò la XIV Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione repubblicana.

Sentenza del Tribunale Civile di Perugia, I^ Sezione, n. 256/50 R.G., 27 marzo 1950, presidente Giudice dr. G. Varriale.
La Sentenza, anche se sfavorevole al Conte Aldo del Commoda, il quale intendeva far trascrivere dallo stato civile il titolo di Conte concesso da S.A.I. e R. il P.pe Marziano II, riconosce viceversa le funzioni di Gran Maestro dell'Ordine e di Pretendente al trono di quest'ultimo. Concede che il titolo di "Conte del Commoda" possa essere pubblicamente usato. Lo Stato repubblicano non può vietare la concessione di titoli e gradi cavallereschi da parte della Dinastia.

Sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 789, 4567/63 R.G., 3 febbraio 1964, Sezioni Riunite 7642/63 R.G, presidente Giudice dr. G. Auriemma.
La Suprema Corte prende atto che nell'Archivo di Stato di Genova è conservato un rogito (7.X.1447) che testimonia la rivendica dell'asse ereditario materno di Jeronimo Lavarello della stirpe dei Monferrato, già Re di Tessalonica, Tessaglia e Macedonia. Da detto Jeronimo è disceso il P.pe Prospero Gottardo Alberto Lavarello, padre di S.A.I. e R. il P.pe Marziano II. La Suprema Corte dichiara che a S.A.I. e R. il P.pe Marziano II competono i titoli di re di Serbia, Imperatore dei Romani, Reale Erede degli Obranović, jure sanguinis. A causa dell'estinzione dei Capone Nemagnia Paleologo e della designazione del P.pe Nicola di Serbia, è unico erede dei loro titoli sovrani. La Suprema Corte ordina che avvenga la seguente modifica per lo stato civile: "Marziano II Lavarello Lascari Paleologo Basileo di Costantinipoli-Serbia".

Sentenza del Tribunale Arbitrale - Organo Permanente della Corte Superiore di Giustizia Arbitrale, n. 04/2012 r.g., n. 281/2012 R.G.V.G.
Tribunale Ordinario di Massa, 12 maggio 2012, presidente estensore avv. prof. R. Cecchetti. Il Tribunale arbitarle riconosce legittima l'adozione araldica disposta da S.A.I. e R. il P.pe Marziano II a favore del M.se Luigi Maria Picco di Montenero e Pola che, alla morte di costui, è legittimamente succeduto nelle pretensioni e nelle titolature del suo dante causa.